
Domenico Quirico, astigiano, è reporter per il quotidiano La Stampa e caposervizi Esteri. Ha raccontato il Sudan, il Darfur, la carestia e i campi profughi nel Corno d’Africa, l’Esercito di Resistenza del Signore in Uganda, ha seguito le Primavere Arabe, dalla Tunisia all’Egitto, è stato più volte in Libia per testimoniare la fine del regime di Gheddafi. Da ultimo ha coperto per tre volte la guerra in Mali, è stato in Somalia e più volte in Siria. Nell’agosto 2011, nel tentativo di arrivare a Tripoli, è stato rapito insieme ai colleghi del Corriere della Sera Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina e di Avvenire Claudio Monici. Nel sequestro è stato ucciso il loro autista e dopo due giorni i giornalisti sono stati liberati. Il 9 aprile 2013, mentre si trovava in Siria come corrispondente è stato rapito. Viene liberato l’8 settembre dello stesso anno, in seguito ad un intervento dello Stato italiano. Tra i molti suoi libri ricordiamo Naja. Stria del servizio di leva in Italia (mondadori, 2008), Primavera araba. Le rivoluzioni dell’altra parte del mare (Bollati Boringhieri 2011), Gli ultimi. La magnifica storia dei vinti (Neri Pozza, 2013), Il paese del male. 152 giorni in ostaggio in Siria (con Pierre Piccinin da Prata, Neri Pozza, 2013). Nel 2015 con il grande califfato vince la sezione saggistica del Premio Brancati. Nel 2019 scrive Morte di un ragazzo italiano. In memoria di Giovanni Lo Porto, tragicamente ucciso da un drone americano in Pakistan nel 2015. Grande appassionato della storia e della società africana. Nel tempo libero si diletta con la maratona e con la letteratura latina.
Domenico Quirico al Festival del Pensiero:
